Cari lettori del blog dei corsi di moda a Milano Model Management, come ne abbiamo parlato ieri, nella capitale del made in Italy ha preso il via l’intensa e densa settimana dedicata alle collezioni per la Primavera prossima ventura. Ora qui troverete un breve riassunto delle sfilate che si sono sfonte ieri , martedì 21 Settembre in giro per Milano:
– Alberta Ferretti: l’elogio delle sarte. Ad attendere gli ospiti, schierate tutte perfette nei loro camici bianchi, 50 sarte dell’atelier della maison. Pure un po’ emozionate. Giusto, anzi doveroso da parte della stilista regalare anche a loro un momento di “gloria” pubblica. in occasione di una collezione, per altro, azzeccatissima, e di una sfilata impreziosita dalla presenza superwow di Bella Hadid. Che ribattezzerei Bella Dapaura.
– Francesco Scognamiglio: quel tocco maschile. Alla consueta iperfemminilità seducente e languida dello stilista, questa volta si aggiunge un inedito tocco maschile. Tutto merito dei tessuti a righe da camiceria. Trasformati da una pioggia di cristali e perle in strumenti di seduzione di massa.
– Fausto Puglisi: ovvero, della messa in scena. La formula classica della sfilata ha, forse, un po’ stancato. Lo stilista prende la palla al balzo e mette in scena un tableau vivant a base di crocefissi, sbarre, luci al neon, santi e madonne, nel quale si muovono – non senza una certa grinta – modelle a attori della Compagnia della Fortezza del carcere di Volterra. Impatto emotivo: 10+
– Philipp Plein: lui si che fa lo show. Da un certo punto di vista, la sfilata più attesa di Milano (anche se il designer ha annunciato di volersi spostare a New York, mannaggia). Perché qui le trovare spettacolari proprio non mancano, e si rimane sempre a bocca aperta. Questa volta abbiamo visto: un paesino americano degli anni ’50 tutto zuccheroso, giardinieri a petto nudo, un fenicottero gigante, una giostra piena di modelle, Paris Hilton, Fergie, una banda, Fat Joe.
– Gucci: gimme l’ananas! Eccentrica, strabordante, anarchica, barocca, strampalata. Sempre di più. La moda di Alessandro Michele mette assieme tutto e il contrario di tutto, risultando al contempo sexy, ironica, rock, strong, intellettuale, chic. Ma nulla di tutto ciò in modo eccessivo. Ovvero, geniale come solo la follia sa essere. Un elemento fra i mille che hanno catturato l’attenzione del nostro sguardo? Le maniche ad ananas: roba che se l’avesse fatto chiunque altro avremmo detto “mah…”. E che, invece, nel contesto di questa estetica fuori dai canoni, ci conquista istintivamente, come tutto il resto.
– N°21: pompon come non mai. Alessandro Dell’Acqua è uno stilista di grande intelligenza, coraggio, forza e – last but not least – talento. Questa sua collezione – tra le più riuscite della sua (seconda) carriera gioca con piume e rete, pizzo e frange ma, soprattutto, con delle “cascate di pom-pon semplici ma scenografiche. È il dettaglio a fare la differenza.
– Roberto Cavalli: Settanta come nessuno. Nessuna griffe sa far rivivere l’estetica Seventies – un po’ hippy, un po’ gipsy – come la maison fiorentina. Che pare facile, ma farlo bene è cosa ardua assai. Lo faceva Roberto Cavalli, lo fa ora il designer Peter Dundas, alla direzione creativa. In passerella figlie dei fiori dai look opulenti. Che le donne Seventies nell’anima non possono non amare. Dai 17 ai 70 anni.