Cari lettori del blog dei corsi di moda a Milano model management, per lui è standing ovation per il debutto attesissimo di Pierpaolo Piccioli come direttore creativo unico della maison Valentino che ha in Stefano Sassi un amministratore delegato capace ed esperto nel “fare miracoli” di fatturato. Una collezione bellissima, piena di grazia, un inno alla bellezza che pare non aver tempo tanto si ispira al “Giardino delle Delizie” di Hieronymus Bosch coi suoi paradisi visionari e fantastici inferni, quanto attinge al contemporaneo di Zhandra Rhodes, stilista britannica ancora oggi col caschetto rosa che porta purezza e innocenza in chiave punk come già nel 1977: Pierpaolo Piccioli l’ha coinvolta nell’ideare dieci stampe straordinarie che diventano inarrivabili ricami.
“E’ un nuovo inizio, non sono stato mai tanto emozionato!” racconta nell’assedio del backstage lo stilista che riceve i complimenti dal mitico Valentino Garavani, padre fondatore della maison che dice “bello, bellissimo, in questa collezione ho ritrovato molto di me e l’anima del brand”, da Giancarlo Giammetti, da Maria Grazia Chiuri amica ed ex collega in Valentino che ha lavorato con Piccioli per 26 anni e che dice ridendo “come è bello fare l’ospite”. In prima ci sono Alber Elbaz che oggi riceve all’Eliseo la Lègion d’Honneur e che ancora non ha trovato una soluzione alla sua altezza talentuosissima dopo la rottura di un anno fa con Lanvin, Jessica Alba, Clotilde Coreau, Giambattista Valli, Olivier Rusteing che disegna Balmain, Barbara Bush, Valeria Bruni Tedeschi, Alessandro Baricco, Roberto Mancini con Silvia Fertino, Jacopo Tonelli con Giorgia Gabriele e tutto il fashion system che conta.
Sessanta modelli strepitosi, abiti lunghi e dolcemente ieratici, tributi di plissè dai colori inattesi come il rosa che bacia il rosso, tutte le ragazze con la treccia alla Cranach, come tante Eve alla ricerca del Paradiso di oggi. “Il mio è un Umanesimo punk – spiega Pierpaolo che nonostante la fama e il successo conserva una invidiabile spontaneità e simpatia – ed una riflessione sul momento che viviamo. Anche una riflessione su me stesso, sul cambiamento che ho affrontato, un momento diverso e bellissimo. Qui c’è la mia identità estetica, c’è un momento nella vita in cui devi dimenticare il passato per costruire il futuro. Questa è la mia staffetta del tempo”. Il defilè si apre con un rosa camelia bellissimo e le stampe simboliche del Giardino delle Delizie riattualizzate dalla Rohodes anche con un effetto metamorfosi in cui i pesci si trasformano in rondini sui motivi delle maniche, affusolate o a mantellina. Splendido e modernissimo il top-fazzoletto di pelle nera, indimenticabile il soprabito di lino grezzo tutto ricamato coi fiori e i frutti del giardino dell’Eden, la grazia sovversiva dei plissè mixata con le borsine da collo tutte borchiate, l’incanto dei gioielli che hanno l’allure tardo medievale che ha saputo infondere il bravissimo Alessandro Gaggio che collabora ormai da varie stagioni con la maison Valentino, tra pugnali per orecchini e collari di bronzo e cuoio. Il nuovo accessorio che si immagina già ricercatissimo e vendutissimo è uno scatolino con specchio da mettere al collo che contiene il rossetto Valentino n.1