Cari lettori del blog dei corsi di moda a Milano , model management, si chiama Halima Aden, ha 19 anni, è somala ed è nata in un campo profughi in Kenya. A 6 anni è arrivata a New York per poi divenire cittadina statunitense naturalizzata. Di professione fa la modella e di lei si è parlato, e si parla, per il fatto che ha sfilato con il velo prima a New York sulla passerella della collezione A/I 2017-2018 di Yeezy (il brand di Kanye West) e poi su quelle di Max Mara e Alberta Ferretti durante la Milano Fashion Week. Halima infatti è di fede musulmana e, come ha più volte affermato (anche nell’occasione della sua partecipazione in burkini e hijab a Miss Minnesota), “vuole essere ciò che è e farcela per quello che è”. Un segnale forte, quello mandato da Halima ma soprattutto dal fashion world italiano, che sta letteralmente abbracciando, ci si perdoni l’involontario gioco di parole, il concetto di “inclusione”. Non una globalizzazione appiattente, quanto più il desiderio di valorizzare le identità culturali attraverso un’accettazione dell’altro in quanto altro e non in quanto proiezione del sé e della propria cultura. Un concetto espresso già dal recentemente scomparso filosofo Cvetan Todorov nel suo capolavoro La conquista dell’America e che ora può trovare nella moda il suo principale ambasciatore. Lo dice in maniera chiarissima la stessa Ferretti, tramite l’account ufficiale di Instagram della maison, che, a corredo della foto di Halima durante la sfilata, ha scritto “Abbracciare la cultura e la differenza per infrangere le regole e cambiare il modo di pensare della moda attuale”.